Lo spettacolo è la morte del teatro.
Gerzy Grotwsky
Gerzy Grotowsky è stato colui che ha rivoluzionato la scena teatrale moderna.
Nella sua opera principale “Per un teatro povero” (Bulzoni Editore), descrive come
il suo teatro rinunci ai costumi ed alle scenografie per sostenere un rapporto
autentico con il pubblico.
L’attore, in questa ricerca di autenticità, fa un grosso lavoro su di sè, basato su un
intenso training fisico e sulle improvvisazioni vocali e corporee.
Da qui la frase provocatoria di G. G. che dà il titolo al post.
Il regista vuole prendere completa distanza dai concetti di finzione e ripetizione per esplorare esattamente l’opposto: verità ed autenticità.
Per questo, il suo teatro è fondamentale per i principi della Teatroterapia.
Nei confronti della scena, la Teatroterapia ha lo stesso atteggiamento: attraverso il
gioco e le improvvisazioni l’attore/persona, dà vita ad una relazione con sè e gli
altri, scevra il più possibile da sovrastrutture ed esplora i confini delle proprie
modalità espressive.
Quando il gioco è “vero”, allora anche la persona è vera; se il gioco funziona,
allora anche lei funziona; il suo corpo è vero, la sua voce è vera… la finzione è vera.
Come per ogni esplorazione è necessaria una buona dose di sincerità e di coraggio
per poter andare laggiù, nel proprio sè profondo, guardare cosa c’è e risalire.
Chiudo con un’altra citazione del maestro e buona esplorazione di sè a tutti!
Non è l’avventura teatrale che è importante nella vita, ma la vita come avventura, questo è importante.
All’inizio per me il teatro è stato unicamente il pretesto, lo pseudonimo della vita come avventura, un raggio in più. Il teatro non è stato niente di più per me, mai; l’attore era lo pseudonimo per dire essere umano, niente più.
Gerzy Grotowsky